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Vecchio 19-09-11, 00:55   #1
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Predefinito Video "Corrispondenze"

Un uomo di sessantacinque anni non confessa di buon grado a una donna di tredici anni più giovane, e che presto sposerà, di soffrire di senescenza incipiente; anche sotto questo punto di vista, narrativo e romanzato, si può guardare ad una malattia come quella dell’Alzheimer che sabato sera è stata “raccontata” a Sondrio. Una delle tracce seguite è quella del romanzo d’esordio ma già completo dello scrittore svizzero Martin Suter, parti del quale sono state lette e interpretate dalla voce e dal sentimento dell’attrice e regista Gigliola Amonini. La serata, intitolata “Corrispondenze. Storie di vita e di relazione” è stata organizzata Alzheimer e demenze della provincia di Sondrio nella sala Vitali del Credito Valtellinese. Il momento di drammatizzazione, condotto da Gigliola Amonini e Alberto Pini (voci narranti) e da Andrea Murada alle percussioni, vuole ricordare alle famiglie che vivono questa malattia e a tutti coloro che si sentono coinvolti da questo problema che l’associazione è per tutti occasione di incontro, condivisione, compartecipazione e, per l’appunto, corrispondenze. L’evento è stato introdotto dalla dottoressa Paola Ortelli, sono seguite la lettura di alcuni brevi estratti di “Come è piccolo il mondo” di Martin Suter, testimonianze poetiche “Dicono” di Jacqueline Jill Rito, “Arrivare a lei” di Viviana, poesie da “Ricordi di Alzheimer” di Alberto Bertoni e, per finire, brani da “Visione parziale: un diario di Alzheimer” di Cary Smith Henderson.


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Vecchio 21-09-11, 23:19   #2
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Predefinito Riferimento: Video "Corrispondenze"

C’è la storia di Conrad che si ritrova in camera con un mestolo preso in cucina e non sa perché; così finisce per nasconderlo nell’armadio della biancheria. Rosmery gli fa notare di aver trovato una scatola di preservativi al lampone nel freezer, ma Conrad non ricorda perché li ha messi lì. C’è chi racconta di non andare più a Messa perché ha paura di inciampare, chi non esce di casa perché teme di non essere in grado di trovare la strada per tornare. Chi ha paura di fare le scale perché i piedi vanno per conto loro. La cosa più frustrante? Il telefono, non si riesce a fare in fretta per rispondere.
Situazioni che, in alcuni casi hanno aperto ad un sorriso pensoso in molti altri alle riflessione o alla commozione, quelli raccontati sabato sera nella sala Vitali a Sondrio dall’attrice e regista Gigliola Amonini e dall’attore Alberto Pini. Storie di vita e di relazione portate con delicatezza all’attenzione del pubblico – peccato fosse esiguo – durante la serata organizzata dall’associazione Alzheimer e demenze della provincia di Sondrio. Il momento di drammatizzazione ha avuto il compito di avvicinare le persone ad una problematica che tocca in profondità l’individuo, in cui «le vittime – come ha sottolineato la dottoressa Paola Ortelli nella presentazione – sono chi vive questa esperienza e chi è vicino a lui o lei». Importanti sono dunque, per dirla con il titolo della serata, le “Corrispondenze”, l’essere in relazione con il malato che spesso non accetta, come si è evinto dalle letture proposte da Amonini e Pini, la sua difficoltà e cerca di svicolare con l’ironia o l’umorismo, mentre il famigliare deve trovare il canale giusto per stargli vicino, senza fargli pesare la ripetitività o arrabbiarsi come fa un figlio che definisce il padre «purissimo bianco memoriale». I due attori hanno proposto brevi estratti di “Come è piccolo il mondo” di Martin Suter, testimonianze poetiche “Dicono” di Jacqueline Jill Rito, “Arrivare a lei” di Viviana, poesie da “Ricordi di Alzheimer” di Alberto Bertoni e, per finire, brani da “Visione parziale: un diario di Alzheimer” di Cary Smith Henderson, professore universitario affetto da Alzheimer che, annaspando con un registratore che non sempre ricordava di avere, ha lasciato un diario divenuto un libro. Rispettosa e sobria l’interpretazione del duo, che ha voluto concludere con un messaggio di “lacrime di gioia”. Ad accompagnarli alle percussioni Andrea Murada, che ha proposto anche il suo ultimo strumento, una sorta di zattera con canne di bambù reperita in Burkina Faso.


Lo spettacolo sarà replicato venerdì 23 all'rsa di Morbegno.
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