Maxi-intervento sull'Adda
Non sta passando inosservato il maxi intervento che, da qualche mese, è in corso sull'alveo del fiume Adda fra Tirano e Villa di Tirano. Ruspe e grandi macchinari sono in azione tutti i giorni per mettere in sicurezza il tratto che va dalla confluenza del Poschiavino con l'Adda, al confine fra Tirano e Villa, al'area oltre il ponte di Stazzona nel Comune di Villa di Tirano.
Un intervento da 2 milioni e 920mila euro, con fondi regionali derivanti dalla legge 102 della Valtellina, commissionato da AiPo, l'Agenzia interregionale per il fiume Po, istituita nel 2003 per volere dei consigli regionali di Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto. In pratica l'ente, che raccoglie l'eredità del disciolto Magistrato del Po, cura la gestione del reticolo idrografico principale del maggiore fiume italiano, occupandosi essenzialmente del servizio idraulico, del demanio idrico e di navigazione fluviale.
«Tecnicamente quanto si sta effettuando – spiega dalla sede di Cremona, Fernando Altobello – è mirato a ripristinare la cosiddetta “officiosità” idraulica dell'alveo. Significa che verrà ripristinata la sezione idraulica del fiume che è cambiata nei decenni a causa dell'accumulo di materiale alluvionale, ciottoli e ghiaia. Inoltre andiamo a rinforzare la fondazione degli attuali muri di sponda fatti a mano, che risalgono al tempo della dinastia degli Asburgi e, dunque, rappresentano un'opera di interesse storico. Negli anni il fiume, oltre al deposito di materiale nell'alveo, è stato interessato da un abbassamento del fondo dell'aveo che ha causato in alcuni punti lo scalzamento del fondamento dei muri. Dunque si procederà con una messa in sicurezza dell'arginatura (principalmente di sponda destra). I muri verranno rialzati di circa un metro per evitare che piene di una certa importanza allaghino la zona compresa fra la strada statale 38 e il fiume». Questa zona, come si evince da uno studio di fattibilità risalente agli anni 2002 e 2004 – era stata identificata come area a rischio esondazione. Con quest'operazione si garantirà che il pericolo non si tramuti in realtà. «I lavori, che proseguiranno fino alla fine dell'anno, sono partiti dalla confluenza del Poschiavino – conclude Altobello - e pian piano scenderanno a valle, 600 metri oltre il ponte di Stazzona dove verrà realizzato un vero e proprio argine fino ad intersecare il canale Rossi. In questo tratto, infatti, non ci sono più muri spondali ed è campagna aperta». Tante le persone che, quotidianamente, si fermano per osservare quello che viene percepito innanzitutto come un lavoro di pulizia dell'alveo. Quanto alla navigabilità del tratto da parte delle canoe (disciplina in crescita in Valle), l'AiPo risponde: «Lo spirito del progetto non è quello di far diventare navigabile il fiume, ma di metterlo in sicurezza – risponde -. Stiamo realizzando i lavori a stretto contatto con la comunità locale e con chi si occupa della pesca. Sicuramente il fiume alla fine dell'intervento sarà rialzato nel modo più naturale possibile e non è detto che non si possa ricavare una via preferenziale per le canoe».
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