Il "no" alla cava in Regione
Spiraglio di luce nella lotta del Comitato per la tutela e valorizzazione del territorio agricolo della piana di Bianzone contro il progetto di cava in località Ranèe. E’ uscita fiduciosa la delegazione del comitato che, ieri mattina, ha avuto un incontro al Pirellone a Milano per presentare le proprie ragioni contro la cava.
«Non solo i dirigenti e i tecnici della commissione ci hanno ascoltato, ma ci hanno anche dato margini di intervento rispetto alla nostra richiesta: quella di ottenere lo stralcio del progetto di Bianzone dal piano cave provinciale – spiega Edj Polinelli -, operazione possibile in sede della revisione allo stesso attivata già cinque anni fa e che, sembrerebbe, in fase di stallo. Abbiamo fatto presente la mancanza della Via (Valutazione di impatto ambientale) e, soprattutto, della Vas (Valutazione ambientale strategica) dal piano e chiesto alla Regione di rappresentare alla Provincia di Sondrio la necessità del cambiamento inserendo lo stralcio del Ranèe». La delegazione - che si è presentata munita di perizie geologiche, idrogeologiche, paesistiche, agronomiche – ha evidenziato il danno per l’intera collettività nel caso la cava dovesse essere coltivata: per i proprietari di terreni «perfetti dal punto di vista agricolo, che sarebbero degradati», per i coltivatori e i produttori del settore lattiero caseario che devono ricavare metà della produzione di foraggio dal territorio. «Le aziende agricole si troverebbero in difficoltà se il suolo viene continuamente eroso – prosegue Polinelli -. Insomma avremmo un danno per un’intera filiera a fronte del vantaggio di un singolo. Stiamo parlando di 70mila metri di terreno interessati dal progetto, ma questi sono inseriti in un’area di pregio più vasta che comprende tutta la piana di Bianzone».
Nutrita la delegazione che si è presentata ieri a Milano: oltre a Polinelli, erano presenti rappresentanti dei proprietari terrieri, Marcel Zanolari per Coldiretti, Cristian Bertola per Confragricoltura e il sindaco Franca Pini. Nel frattempo il comitato ha riannodato i contatti con alcuni consiglieri provinciali perché intervengano in consiglio provinciale a favore del “no” alla cava.
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