Trenino fermo: turismo piange
Turismo in flessione a Tirano per via della chiusura, ora prorogata fino al 22 febbraio, del trenino rosso del Bernina a causa della frana scesa a Brusio un mese fa. In particolare ad aver subito una frenata sono gli alberghi dove la contrazione nell’ultimo periodo è stata del 30 per cento, mente nelle agenzie di viaggio, che catalizzano un turismo in partenza da Tirano, l’annullamento dei viaggi si attesta fra il 5 e il 10 per cento. Inferiore – ma solo perché, fortunatamente, la frana al Brusio è caduta in un periodo tranquillo sul fronte dei viaggiatori – ma comunque presente la diminuzione del lavoro per bar, caffetterie e ristoranti di Tirano.
«Non abbiamo ancora elaborato i dati ma credo di poter dire che, con il treno efficiente per metà, abbiamo avuto un meno 30 per cento di clienti - afferma Enrico Sangiani, titolare degli alberghi Corona e Bernina, socio nella gestione del Centrale –. Magari, col trenino operativo, la diminuzione ci sarebbe comunque stata, ma va riconosciuto che Tirano vive turisticamente soprattutto grazie alla Ferrovia retica. La slittata in Svizzera, cui erano iscritti in 400, è stata annullata e molte di quelle persone che si sarebbero fermate a dormire da noi non sono venute». Preoccupazione anche sul fronte delle agenzie di viaggi. «Moltissime persone hanno rinviato il viaggio a marzo – spiega Cristina Giudici dell’agenzia Adrastea Viaggi -, perché non vogliono rinunciare a percorrere sul treno il viadotto di Brusio che rientra nelle aspettative del cliente. Il viadotto elicoidale viene molto pubblicizzato e rappresentato come il simbolo della ferrovia retica. Direi che un 5-10 per cento, invece, ha annullato la prenotazione, moltissime persone ci hanno chiamato, ma quando hanno saputo che il trenino fino al 22 febbraio non ci sarà fra Tirano e Poschiavo (in sostituzione è attivo il servizio di pullman, nda) non si sono fatte più sentire». Adrastea Viaggi propone, comunque, dei pacchetti per il Carnevale con partenza da Tirano con pullman fino a Poschiavo dove poi si sale sul trenino, ma non è lo stesso. «Vedremo come andrà – prosegue -. Certamente meno clienti abbiamo noi, meno movimento c’è anche in città visto che ci sono meno persone che si fermano per un caffè o per un acquisto nei negozi».
Anche Francesca Macoratti della società “In Valtellina”, specializzata nelle offerte con la Ferrovia retica, conferma la scelta di molti clienti di rinviare il viaggio: «Il viadotto di Brusio è un valore aggiunto che ha fatto sì che il trenino diventasse patrimonio Unesco. Il nostro auspicio è che la Ferrovia riapra al più presto».
E se gennaio è di per sé mese di fermo per il turismo, quest’anno lo è stato ancora di più. Lo conferma il bar Buffet della Stazione di Tirano che, nonostante lavori con i viaggiatori delle ferrovie italiane, ha notato un calo di clienti stranieri. «Meno male che è successo a gennaio, non in estate e non durante le feste – aggiungono dal Bistrot Merizzi a pochi passi dalla piazza delle Stazioni -, altrimenti il macigno sarebbe stato ancora più pesante. Anche noi abbiamo risentito dell’interruzione del trenino, non solo con una minore presenza di svizzeri, ma anche di turisti provenienti da ovunque, inglesi, francesi, australiani».
Il ristorante Ai Portici, una “istituzione” a Tirano, riferisce: «Gennaio non è il periodo di comitive che arrivano con il trenino rosso, ma generalmente c’è un movimento individuale, di coppie che si spostono autonomamente. Anche queste sono mancate».
|