AAA agricoltori cercansi
Non vuole essere un incontro formale con un alone di istituzionalità, ma una chiacchierata con i giovani di Ponte in Valtellina e della zona. Obiettivo: stimolare a tornare all’agricoltura, perché «oggi l’agricoltura non è più miseria, ma è il futuro».
La pensa così l’associazione Punto.Ponte che sabato pomeriggio alle 17, nella sede pontasca, organizza una chiacchierata con i ragazzi per parlare di agricoltura e invogliarli a tornare a seminare e coltivare. «Il paradosso è che, ad inizio febbraio, a Ponte non abbiamo un chilo di prodotto – dice il presidente di Punto.Ponte, Gianmario Folini -. Tutto venduto: miele, marmellate, succhi. Vuol dire che c’è un mercato con delle domande e vuol dire che, in realtà, non abbiamo la produzione sufficiente». Non è vero che non si riesca a vendere, secondo il sodalizio che cita un esempio. Il forno di Cleto Della Valle – forno storico di Ponte che, ora, sta lavorando per riaprire - quando era a regime consumava 80 quintali di segale all’anno. Ora l’obiettivo di Della Valle è quello di tornare a produrre il pane con farine certificate, ma dove va a prenderle? «L’intera produzione di Teglio non è in grado di rifornire quell’unico forno – sostiene Folini -. Ecco che l’incontro con i giovani del posto si propone di spiegare che l’agricoltura non è più miseria, non significa guidare un trattore e distribuire miscele, che l’agricoltura oggi è al centro del mondo. Fare produzione tipica oggi significa stare nella rete globale di Slow Food. Non a caso il tema di Expo 2015 sarà proprio “Nutrire il pianeta”».
L’incontro sarà nella sede di Punto.Ponte perché l’associazione ci tiene a mantenere un profilo basso. «Non ci interessano i grandi numeri – prosegue -, ci basta che vengano cinque o sei ragazzi interessati a coltivare e Punto.Ponte li supporterà garantendo che una parte di quello che produrranno sarà acquistata dall’associazione per l’organizzazione dei suoi eventi e per la ristorazione». Folini precisa di non avere in mente di seminare tutta la Valtellina di grano saraceno, ma di ragionare su una nicchia di mercato.
E se l’incontro di sabato vuole essere un’occasione di confronto sull’agricoltura, Punto.Ponte si sta preparando al quarto evento (in programma il 22 e 23 febbraio) dove l’agricoltura sarà padrona. Nella filiera agricola in Valle sono troppi, secondo l’associazione, gli anelli mancanti: mancano chi si occupa di fare salvaguardia, chi di valorizzazione e promozione, chi dell’assistenza tecnica (della produzione biologica). E, soprattutto, ci vogliono i produttori che siano accompagnati nella fase dello start up. «Ognuno vive nella sua solitudine – dichiara Folini -, decide di fare il biologico ma non sa chi fornisce le sementi. Infine occorre ragionare sulla commercializzazione: non è più sufficiente produrre, bisogna essere capaci di porsi sul mercato e vendere. Dobbiamo capire che siamo dentro le “economie delle esperienze”, cioè i prodotti devono essere comunicati. Intorno ai prodotti ci devono essere storie, significati e sensi. Oggi bisogna fare aggregazione, mettersi insieme e ragionare in termine di qualità del prodotto che certamente c’è. Lo sguardo va a biodiversità, biologico, biodinamica. Se la Valtellina non capisce che il biologico in agricoltura è la nuova frontiera, faremo prodotti che ad Expo non potremo portare».
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