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L'abbraccio di Aprica al nuovo parroco
«Don Claudio, le affidiamo i nostri bambini e i nostri ragazzi». È con questa raccomandazione che viene dal cuore che, ieri, Aprica ha accolto il nuovo parroco, don Claudio Rossatti, nato a Mazzo nel 1959 e ora nella località orobica dopo essere stato a Sondalo, Chiavenna, Valgerola, Cepina e, da ultima, Lanzada. Il paese intero per voce del primo cittadino e del consiglio parrocchiale ha espresso a gran voce questo invito al rito di ingresso, che si è consumato prima a Santa Maria e poi sul sagrato del santuario di Maria Ausiliatrice a San Pietro. Il piazzale era gremito di aprichesi, dei rappresentanti delle associazioni del paese, ma anche di fedeli venuti da Lanzada e da Mazzo per salutare don Claudio il quale dal vicario foraneo, don Paolo Busato, ha ricevuto le chiavi della Chiesa. Lo stesso don Paolo, all'inizio della funzione religiosa, ha confidato alla comunità di Aprica che questa si possa sentire privilegiata perchè, dopo la rinuncia per avanzata età del parroco don Augusto Azzalini (ieri non presente, ma che resterà come collaboratore), il passaggio al nuovo parroco è stato veloce e ciò non sempre accade.
Don Claudio ha recepito subito l'appello rivolto dalla sua nuova comunità – quello di aver cura dei giovani – e ha spiegato che, come Gesù era in continuo movimento, così i preti sono chiamati a continui trasferimenti. «Io ne ho fatti diversi, chiamato all'annuncio del Vangelo – ha detto -. I nostri ragazzi hanno bisogno della buona notizia e di speranza». Citando il Vangelo di Marco nel punto in cui si racconta della tempesta che coglie Gesù e gli apostoli mentre stanno attraversando il lago, don Claudio ha aggiunto: «Siate sicuri che Dio non perde mai il controllo delle situazioni, Dio non dorme, non lascia al mare la possibilità di prevalere sul bene. Dunque chi crede in Dio possiede una pace che nessuno potrà togliere dal cuore, anche se il credente avrà vita facile necessariamente. Oggi iniziamo un viaggio insieme. Ci saranno momenti belli, altri di fatica e di prova. Chiediamo al Signore il dono della fede e, unendo le forze, compirò il mio ministero di pastore e parroco insieme a voi».
Emozione fra i fedeli di Aprica che, già prima della Messa, per voce di Fausto Della Moretta in rappresentanza dei consigli parrocchiali hanno detto: «Le nostre attese sono alte. Ci aspettiamo tanto da lei, un sacerdote che visiti gli ammalati e le persone in difficoltà, che pensi ai giovani che hanno bisogno di sfide, che guidi le famiglie. Abbiamo nel cuore un pastore attento che sappia vedere le qualità che ognuno di noi vuole mettere a disposizione. Assicuriamo il nostro aiuto nella fede e nella comunità. Infine ricordiamo che le porte delle nostre case sono sempre aperte».
«Siamo un po' anomali noi ad Aprica. Visto che viviamo in un paese turistico, passiamo da 1.600 abitanti a 20mila abitanti nel giro di pochi giorni, per cui ogni tanto siamo più presenti e ogni tanto meno, ma spero che ci vorrà bene anche nelle nostre mancanze e, soprattutto, spero che tanti progetti insieme si potranno realizzare».
Ha esordito con queste parole il sindaco di Aprica, Carla Cioccarelli, nell'accogliere ieri pomeriggio il nuovo parroco, don Claudio Rossatti. Accento è stato posto sui giovani. «Lo chiedo da mamma e da sindaco - ha aggiunto -: le affido i nostri bambini e ragazzi. Sarà vincitore se porrà tutte le sue energie per loro».
Un po' di amarezza si è colto, invece, nel saluto del sindaco di Lanzada, Marco Negrini, ultima parrocchia retta da don Claudio. «Ricordo il suo ingresso a Lanzada, pensavamo di fare un percorso più lungo, ma purtroppo è andata diversamente – ha affermato -. Assicuro sul fatto che il parroco trasmette serenità nei momenti belli e in quelli meno belli. È pacato, ma determinato. Auguro a don Claudio di poter concludere ad Aprica il disegno che aveva iniziato a Lanzada».
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