Cosa leggevano gli antichi?
«Questa impresa quasi temeraria per un'associazione non professionista come la Bradamante, con tutte le difficoltà che ha dovuto superare, è degna delle gesta raccontate negli affreschi di palazzo Besta, ispirate ad alcuni episodi dell'Orlando Furioso di Ariosto». Ha esordito con queste parole, ieri mattina a Teglio, lo scrittore e direttore del Salone del libro, Ernesto Ferrero – oltre che, bene precisarlo, membro dell'associazione Bradamante, insieme alla moglie Carla Sacchi – nel presentare il pregio della mostra “Ariosto, Erasmo, Ortensio Lando. Cosa leggevano i Besta”, allestita a palazzo Besta fino al 16 ottobre. Titanica l'avventura di Silvana Onetti, presidente della Bradamante, nel riuscire – con fondi misurati – a portare nel gioiellino rinascimentale opere di un enorme valore artistico (oltre che economico). Parliamo dell’Orlando Furioso stampato a Venezia da Giolito De’ Ferrari, che ispirò i dipinti nel salone d’onore, delle cinquecentine che potevano essere nella libreria di una piccola corte alpina, di dieci capolavori fra cui la famosissima “Virgola dall'Ariosto” di Emilio Isgrò, ma anche opere di Omar Galliani, Ezio Gribaudo, Guido Peruz, Concetto Pozzati, William Xerra e il ritratto pop – di intensità drammatica - dell’Ariosto di Manolo Valdès, esposti a Reggio Emilia per i 540 anni della nascita di Ludovico Ariosto. Nel cortile d’onore, invece, sono installate le sculture di Alik Cavaliere, quasi apparizioni magiche e dorate che Ariosto avrebbe molto apprezzato e che – va detto – lasciano senza fiato il visitatore che entra a palazzo.
«Martedì le signore della Bradamanete sembravano un alveare in piena attività di montaggio della mostra che, pure, è stata complicata – ha svelato Ferrero -. Il risultato è ariostesco e ci fa entrare nello spirito del poema. Trovo sorpredente che la corte dei Besta, in un territorio decentrato come la Valtellina, fosse riuscita ad inserirsi nello spirito del tempo e a collegarsi con i centri culturali avanzati. La mostra ridà vita a questo periodo straordinario in cui si sommano la grande arte rinascimentale e la nascente editoria libraria a caratteri mobili». Infine Ferrero ha lanciato un appello ad unirsi per valorizzare palazzo Besta.
Onetti, emozionata per la lunga “cavalcata” organizzativa, ha ringraziato quanti hanno collaborato alla mostra, «un sogno inseguito per anni – ha rivelato -. Quando abbiamo chiesto al Ministero di istituire il Comitato per le celebrazioni dei 500 anni della pubblicazione della prima edizione dell'Orlando Furioso quasi non credevamo che la domanda potesse essere accolta. Invece è stato l'inizio del percorso, cui si è aggiunta Ferrara, che ci ha portato all'istituzione del Comitato nazionale per i festeggiamenti e alla serie di eventi che stanno corredando l'estate valtellinese. La mostra sarà aperta fino ad ottobre perché vorremmo che favorisse quella forma di turismo culturale cui teniamo, ma anche per dare la possibilità alle scuole di visitarla». La disponibilità del palazzo è stata offerta dalla direttrice di palazzo Besta, Flora Berizzi, del Polo museale della Lombardia ieri presente insieme all'assessore alla Cultura, Fabio Cattania. La mostra è aperta da martedì a sabato dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 17, la domenica dalle 8 alle 14 (luglio e agosto aperto tutte le domeniche). Ed ora il prossimo appuntamento è per sabato 13, alle 18, con l'inaugurazione della mostra “Le donne, i cavallier … in scena” alla torre Roncisvalle di Castionetto di Chiuro.
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