"Io sono anaffettivo ... Live" in scena stasera
Ma insomma chi è questo anaffettivo che ha spaziato su You Tube negli ultimi mesi? È davvero la persona che non prova sentimenti di affezione verso persone, animali e cose oppure colui che vive il rapporto con il prossimo in termini distaccati dalla sfera sentimentale? «Purtroppo in psicopatologia viene considerato soltanto un disturbo e non una sindrome, peccato! Ma noi anaffettivi convinti vogliamo che venga riconosciuta come una vera sindrome, una malattia».
Si preannuncia davvero curioso lo spettacolo che domani sera 10 maggio (alle 21) approda alla sala don Chiari di Sondrio. Parliamo di “ Io sono anaffettivo…Live”, il live della compagnia teatrale Gente Assurda, tratto dal testo di Gianluca Moiser, che si è classificato al terzo posto al Secondo Premio di Drammaturgia Scart Drama - Gatto rosso 2013. Dopo il premio Moiser, professore, regista e attore, ha proseguito il suo lavoro e ha pensato, in modo originale, di regalare alla rete il suo testo creando un video-teatro a puntate o a quadri molto simpatico e divertente. Ebbene ora da internet “Io sono anaffettivo” approda, è il caso di dirlo, in sala per cercare di convincere lo spettacolo che «anaffettivo si può - anaffettivo conviene!»
«Il testo con i suoi graffianti paradossi illumina impietosamente tante piccole e grandi ipocrisie, tante pose, tanta superficialità con cui chiunque si accorge di avere a che fare ogni giorno – spiega Moiser -. Alla maniera di Jonathan Swift, di cui raccoglie il testimone, la sua attenzione critica alla società ne mostra le contraddizioni senza risparmiare letteratura, amicizia, famiglia, perfino “l'ammore”». L'anaffettivo ha facce, voci, atteggiamenti diversi: gli prestano corpo Miriam Rebecchi, Anna Galimberti, Marilena Marmo, Gianluca Moiser, Isabella Castellini e Manuel Zulian.
Il testo propone, in diversi quadri, situazioni in cui il o la protagonista evidenzia la positività dell’essere anaffettivi, anestetizzati rispetto a sentimenti e stati d’animo che possono essere di peso, di ostacolo nella vita. Meglio allora questa non poi così rara “malattia”, anzi “disturbo”, minimizzano i medici. E guai a quanti di loro minacceranno di curare da essa. Al termine del monologo il protagonista esorta il pubblico a rivendicare il diritto sacrosanto ad essere anaffettivi. Un testo surreale, con un effetto straniante. I cinque quadri spaziano da situazioni reali, quotidiane, realmente drammatiche (la condizione degli anziani nelle case di riposo, l'utilizzo dei bambini nei conflitti armati) a contesti letterari (la tragedia greca, la letteratura distopica), sempre visti nell’ottica “rovesciata” del protagonista. comportamenti.
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