Mele valtellinesi: serve qualità a buon prezzo
«Iperal ha in assortimento da sempre tutti i tipi di mele valtellinesi che sono presenti nel momento in cui vengono messe sul mercato fino a quando cessano di esserlo». Antonio Tirelli, presidente e amministratore delegato del Gruppo Iperal, fa questa precisazione sull’attenzione che il gruppo ha verso i prodotti locali in seguito alle parole di Benedetto Abbiati, presidente della Società economica valtellinese. Abbiati, in un recente articolo pubblicato sull’Ordine (che peraltro ha sollevato ampio dibattito all’interno del comparto ortofrutticolo), ha detto che «le mele valtellinesi sono quasi completamente trascurate dalla nostra trasformazione agroalimentare, oltre che assenti dalla grande distribuzione locale e presentate senza marchio nella grande distribuzione nazionale, che assorbe circa il 50% del prodotto Melavì».
Da qui la smentita di Tirelli che si è sentito indirettamente tirato in causa dall’affermazione di Abbiati. «Premesso che c’è collaborazione fra Iperal Vivi le valli e Sev e che ho stima e rispetto per il ruolo che Abbiati sta svolgendo in qualità di presidente di Sev, questa affermazione non corrisponde al vero – puntualizza Tirelli -. Iperal, che rappresenta gran parte della grande distribuzione locale, vende le mele valtellinesi che acquistiamo da Melavì e da altri imprenditori locali, ma pur sempre mele valtellinesi sono. Abbiamo da sempre un occhio di riguardo verso i prodotti locali e verso le mele. Probabilmente, però, non sempre le condizioni di cessione del prodotto sono allineate a quelle dei concorrenti. È giusto chiedere alla grande distribuzione attenzione al prodotto locale, ma è giusto anche che i produttori locali garantiscano le migliori condizioni, visto che anche il costo del trasporto è inferiore». Tirelli parla, in pratica, di un reciproco rapporto di attenzione fra venditore e acquirente, veicolando i prodotti a prezzi competitivi. «Non voglio fare polemica, ma bisogna guardarsi dentro prima di lamentarsi – prosegue -. Per un anno ho chiesto ai miei compratori di dare l’esclusiva alle mele valtellinesi, ma mi hanno detto che era impossibile sia per le condizioni di mercato, ovvero perché non c’era prodotto in certe stagioni, in particolare all’inizio della stagione, sia perché non c’erano le condizioni economiche».
Tirelli riferisce che la clientela non è tanto attenta alla provenienza della mela, quanto al prezzo di vendita e alla qualità. «Melinda è il marchio diffuso e comunicato a mezzo stampa con molta pubblicità – continua -. Cito questo marchio che è il concorrente più importante per Melavì. Da valtellinese mi arrabbio e non sono contento di vedere sui nostri banchi le mele Melinda, ma bisognerebbe capire il perché, andare oltre agli slogan e alle richieste di attenzione da parte del territorio. Bisogna mettersi a lavorare per fare qualità al giusto pezzo. Peraltro noi abbiamo adottato una politica di prezzo competitiva con le mele che vengono cedute a 0,99 euro al kg. Per dare questo prezzo competitivo ai nostri clienti dobbiamo fare i conti con le condizioni di acquisto». Infine una proposta-provocazione: «Ben venga l’esclusività a Melavì se questa ci mette in condizione di vendere le mele a 0,99 euro al kg per tutto l’anno con un margine adeguato».
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