Se dovessimo definire con un aggettivo la scultura, tutto useremmo fuorché leggera. Invece la produzione scultorea di Regina Bracchi - scultrice futurista morta 39 anni fa e moglie del pittore tiranese Luigi Bracchi, di cui la biblioteca conserva un piccolo fondo – è leggera. Nel senso di materialmente leggera. Ne è convinto Paolo Sacchini (curatore della mostra sul Futurismo che la biblioteca civica Arcari di Tirano ha organizzato lo scorso anno a palazzo Foppoli), che ha dato alle stampe “La consapevole leggerezza della scultura”, la sua tesi di dottorato in Storia dell’Arte e dello Spettacolo all’Università degli Studi di Parma, in cui lo studioso ricostruisce la parabola creativa della scultrice pavese dagli esordi negli anni Venti fino alla conclusione della sua esperienza futurista alle soglie del secondo conflitto mondiale.
L'approfondimento qui:
http://www.abriga.it/approf/det_appr...fondimenti=107