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28-07-17, 17:25 | #1 |
Utente
Data Registrazione: 03-03-09
Messaggi: 179
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In memoria dei 53 gigli di campo.
Alle 7,23 di martedì 28 luglio 1987 cade la frana.
Il pizzo Coppetto vomita a valle rocce e sassi per 40 milioni di metri cubi, la montagna è spaccata in due , la frana si scaglia sull’Adda e risale sul versante opposto per quasi duecento metri. In memoria dei cinquantatrè gigli di campo. Plumbeo è il cielo nella valle e l’afa attanaglia ogni cosa, le conche innevate del Caronella lacrimano lucenti sotto il sole nel cielo velato da un grigio e caldo sipario. Si sente il respiro d’affanno dei cani e ogni cosa riposa con stanchezza infinita in trepida attesa d’alito di venti e di tenera pioggia, caro ristoro nell’opprimente scenario. In quel venerdì diciassette luglio millenovecentottantasette tra le cime dei monti avanza lento un mare di nuvole scure. I vecchi inquieti e pensosi annusano nell’aria tristi presagi mentre vibrano i monti di tuoni e balenano potenti saette. Gli anziani ricordano piogge violente, frane e antiche paure, di tempi passati cariche di fatiche e di immensi disagi. Non è pioggia il rimbombo d’acque nei fiumi possenti, è acqua di neve che la feroce calura tra i monti ha sciolto! Ora piove! L’acque di cielo e di terra sono potente connubio di furia assassina mentre salgono al cielo preghiere e lamenti di gente che guarda i suoi beni con il terrore nel volto. E’ l’ira del Drago o il ritorno dell’antico diluvio? Piove il venerdì e il sabato nel luglio caldo e sciagurato. In Val Tartano ventuno sono travolti dal fango assassino, le piane di Morbegno e Talamona sono fangosa palude, urla il Madrasco e il Torreggio, il Mallero è tracimato! L’Adda con il grigio Frodolfo e il candido Poschiavino rovina case, strade, ponti mentre il cuore triste si chiude. E’ domenica 19 luglio! La pioggia cessa e torna il caldo sole. Nulla è come prima ! Fiumi e torrenti portano rabbia e dolore, trascinano massi mentre la gente urla “ nessuno si arrenda, prendiamo i badili, aiutiamoci o fratelli, sarà ciò che Dio vuole! “ Dopo sette giorni di affanno tra fango e gesti di amore la gente ritorna alla vita, nelle case dopo l’alluvione tremenda. Illusione! Ancora rovina, le frane e l’acqua si tendono la mano, con crepe profonde il monte Coppetto le acque hanno minato. Una frana si muove e minaccia la valle, incombe il terrore sulla piana allagata; si fugge, solo sette eroi lavorano nel piano tra strade distrutte per mettere in salvo i beni che Dio ha dato. Tutti in Valle hanno tristi pensieri e sono invasi da cupo dolore! Nel giorno ventotto, alle sette e ventitrè di quel caldo mattino s’ode un boato tra i monti e subito scompare una magnifica piana! Frana il monte Coppetto su Poz, Tirindrè, Morignone, S. Antonio, poi la terra sale a S. Martino e Aquilone come acqua in un catino. Sette son sepolti nel piano! Ventidue uccisi a Aquilone dalla frana e subito le acque dell’Adda chiuse formano il lago di S. Antonio. In Valle si piangono i morti; le acque del lago montano limacciose nella piana desolata ora spettrale bara di quattro paesi incantati. Il ventiquattro di agosto ancora pioggia con temporali rabbiosi. Paura e angoscia! L’acqua del lago sale e minaccia tutte le cose. La gente nel dì venticinque fugge sui monti; i paesi sono evacuati. I tecnici dicono; con la “tracimazione controllata “siate fiduciosi! Le gente è attonita e timorosa, prega e pensa ai cari e ai suoi beni, mentre si alza il clamore di notizie sui luttuosi e tragici avvenimenti. Trenta d’agosto! Il lago è colmo e tracima dal tappo pietroso, è fangosa ma scorre nell’alveo dell’Adda come nei giorni sereni. La gente esulta! il Mondo loda i Valtellinesi che con i loro sentimenti, hanno saputo con dignità e fierezza superare il momento luttuoso. Son trascorsi trent’ anni, il triste ricordo rimane nei cuori di molti. O giovani, le frane e le alluvioni che la Valle da sempre lamenta saranno meno frequenti se amerete la vostra terra come una sposa. E se cinquantratré gigli di campo dalla grande rovina sono stati colti per il loro sacrificio e per la fede di molti, l’ira del Drago si è spenta quando voleva ingoiare la Valtellina con l’acqua del lago fangosa. Ezio |
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