C'è un po' di Tirano nel docufilm “Sul trenino rosso – Un passeggero inaspettato”, prodotto e realizzato dall'azienda Philms di Perugia in collaborazione con la Ferrovia Retica e patrocinato dall'Unesco. Ieri mattina, nella sala consigliare di Tirano, c'è stata la presentazione del mediometraggio (43 minuti di durata), mentre ieri sera al cinema Mignon la proiezione. Tirano occupa un posto di rilievo nel lavoro che racconta le vicende di una ragazza che prende per la prima volta il trenino rosso a Tirano diretta a Sankt Moritz e incontra un insolito personaggio. La cittadina abduana con le sue bellezze – dalla basilica di Madonna e le attività presenti in piazza alla chiesa parrocchiale di San Martino, dal ponte sull'Adda a palazzo Salis – aprono e scandiscono la prima parte del docufilm che, come ha detto ieri, il sindaco di Tirano è un omaggio al territorio. «Il fatto che a Tirano ci siano due ferrovie, quella italiana e quella retica, identifica quello che siamo stati e saremo: una città crocevia di cultura. La ferrovia retica veicola grossi flussi di persone che dobbiamo essere in grado di sfruttare». E il film, come ha aggiunto l'assessore alla Cultura, Sonia Bombardieri, è un'occasione preziosa per promuovere la città. «Questo non è l'ennesimo filmato sul trenino – ha detto -, ma un prodotto che presenta, con grande creatività e con una sceneggiatura, un “oggetto” che conosciamo bene. Si evince dalle immagini che Tirano non è “solo” la stazione di arrivo del trenino, ma anche palazzi, chiese, passeggiate, enogastronomia».
Regista del docufilm è Filippo Fagioli che si è attorniato da una nutrita troupe di persone, ognuna con il proprio ruolo, tanto che oltre 22 sono i soggetti coinvolti in un anno e mezzo di lavoro. La premessa che il regista ha voluto fare è quella della nascita del progetto, collegata ad un precedente video “L'arrivo di un treno. Sulle tracce della Spoleto Norcia” (chiusa nel '68). «La Spoleto Norcia è “morta”, mentre la ferrovia del Bernina è oggi patrimonio dell'Umanità Unesco – ha detto Fagioli -. Questo collegamento per contrasto ci ha affascinato, oltre ad un altro aspetto: quello legato all'ingegner Erwin Thomann, svizzero del Canton Grigione (di cui ieri erano presenti i famigliari, nda), progettista della sfortunata ferrovia umbra». Lì è nato il fulcro del prodotto: far rivivere ai tempi di oggi la figura del brillante ingegnere attraverso un escamatoge narrativo e ricollocarlo sul trenino rosso, quale filo conduttore fra gli Appenini e le Alpi. «Abbiamo voluto far vedere cosa c'è intorno al trenino rosso, quello che si può vedere oltre il finestrino e scendendo dai vagoni – ha proseguito il regista -. Per noi è stata la prima esperienza con l'inserimento di due attori, una scelta non facile, ma ci auguriamo che sia piaciuta. A Tirano abbiamo trovato un'accoglienza speciale: abbiamo fatto chiudere piazza Basilica per le riprese; i commercianti e la gente della piazza sono stati molto disponibili ed entusiasti».
Il documentario è in distribuzione nei punti vendita elencati sul sito
www.philms.it/treninorosso.