"Che sia rispettato il mio diritto di scelta"
«Ho fatto la mia scelta in tutta serenità, senza essere di ostacolo a nessuno e senza sollevare polemiche; ho deciso di iscrivere mia figlia alla prima classe della primaria di Villa di Tirano perché non mi andava che fosse inserita in una pluriclasse a tempo pieno nella scuola di Bianzone. Vorrei che la mia scelta fosse rispettata e che il vicesindaco la smettesse di fare appelli pubblici facendo allusioni a me, pur senza citare nome e cognome». Parla Mara Castelanelli di Bianzone, madre di una bambina di 6 anni che da quest’anno frequenta la prima elementare nel paese vicino a quello dove ha iniziato il suo percorso scolastico.
Castelanelli è indignata a causa delle uscite pubbliche del vicesindaco Mauro Castelanelli (stesso cognome ma nessuna parentela) che ha più volte lanciato un appello sul fatto che il futuro della scuola sia legato a che tutti i genitori di Bianzone iscrivano i propri figli nel plesso del paese e non fuori. «Il vicesindaco non ha espresso nome e cognome, ma è chiaro che la critica sia rivolta a me che sono l’unica ad aver iscritto mia figlia a Villa, visto che altre tre famiglie o già frequentavano le scuole dell’infanzia via oppure erano già intenzionate a seguire una strada diversa – dichiara la mamma bianzonasca -. Nel mio caso già alla riunione in cui erano stati invitati i 7 genitori del paese e altri interessati avevo espresso le mie perplessità. Era stata promessa una scuola a tempo pieno fantastica, interattiva con tante attività e trasporto gratuito. Eravamo pochi e sembrava che per far partire fosse necessario un numero di 15 iscritti. Per la mia bambina il modulo a tempo pieno non sembrava ideale e così ho detto che mi sarei riservata la decisione. So che in seguito sono state mandate lettere ai Comuni vicini, da Tirano e Teglio, per trovare possibili nuovi iscritti. Sembrava che il numero papabile di 15 fosse stato raggiunto. Poi qualcuno si è ritirato anche per via, almeno così pare, di qualche problema sul trasporto. Alla fine per fare numero è stata creata una pluriclasse accorpando la prima con la seconda. È stato scelto così senza dire più nulla ai genitori, che si sono ritrovati la cosa fatta».
Castelanelli allora dice: «A me non è andato bene e ho portato mia figlia a Villa in una scuola a tempo normale. Ma a questo punto sono stufa di essere tirata in causa come la “colpevole” di non voler salvare la scuola. Se un progetto non sta in piedi per un solo bambino, allora è un povero progetto. Se fossimo stati in una città grande avrei mandato mia figlia nella stessa scuola in una classe a tempo normale, non sarebbe stato necessario andare via per forza da Bianzone. Insomma c’è stata poca chiarezza. Bastava che si dicesse con onestà: “date, genitori, la disponibilità, a salvare la scuola”, ma senza fare promesse che non si potevano mantenere».
Interviene anche Diego Castelanelli, nonno della bimba e volontario molto attivo in paese: «In occasione della festa dell’asilo quando il vicesindaco ha rimarcato che tutti dovevano iscrivere i figli alla primaria, ho detto al sindaco: basta polemiche, perché in un paese democratico come Bianzone, se uno ha il coraggio di dire quello che pensa e di fare una scelta diversa deve essere rispettato».
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