Lo spirito di giornalista lo aveva esplicitato già da piccola in un tema scolastico in cui aveva scritto che sua zia Giulia, anch’ella giornalista, «era stata catturata dai Carabinieri, come Gesù il Venerdì santo». Un modo di esprimersi che aveva suscitato scalpore. E che proseguì quando – da adulta – scrisse un testo su come si vestivano le donne del Regime. In quel periodo era a Ponte per la Pasqua ed era stata arrestata proprio nel paese dove trascorreva le vacanze ed era stata trattenuta per due settimane al carcere a Sondrio. E ancora come non ricordare che per un suo libro Giovanni Leone, presidente della Repubblica, si è dovuto dimettere in quanto da lei accusato di utilizzo improprio del bene comune (palazzi, riserve di caccia)? Senza contare che Vittorio Sgarbi l’ha definita «assassina di penna» di Luigi Calabresi contro cui aveva scritto incriminandolo come se fosse stato l'assassino del famoso anarchico Pinelli.
Bastano questi ricordi o rivelazioni in pillole su Camilla Cederna (Milano 1911-1997) ad individuare il profilo della giornalista e donna ...
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